Il bikepacking è, racconta Luca Simeone, di Napoli Pedala, una possibilità di esplorare l’essenzialità che così spesso non riusciamo a scoprire nella quotidianità. Un modo, prosegue, per vivere il proprio tempo libero badando alla sostanza e rendendo reale quel detto: less is more. Solo allora, quando si è ridotto tutto il resto e posto ciò che ci circonda e di cui abbiamo bisogno nella giusta dimensione è possibile vivere una vera e propria esperienza di interazione con i luoghi, i borghi e le comunità che conosciamo e che, magari, attraversiamo, perchè unicamente lo stretto necessario apre questa possibilità. Per questo motivo, l’edizione 2025, la seconda, di Vesuvio Gravel sarà in bikepacking: i suoi 360 chilometri e 4100 metri di dislivello, infatti, saranno suddivisibili in tre tappe, nei giorni del 16, 17 e 18 maggio, con ritrovo il 15, proprio oggi, in occasione dell’arrivo in città della festa del Giro d’Italia per la sesta frazione, da Potenza a Napoli.
“Avremo attrezzature meccaniche e poco altro. Dovremo abituarci a sentire le nostre emozioni e le nostre sensazioni, che siano di fatica o di gioia, senza alcun filtro. La solidarietà e la cooperazione si sviluppano da qui, perché soli non resteremo mai, pur se, a tratti, ci sembrerà di esserlo: durante ogni tappa sarà necessario fermarsi, pernottare, pranzare, cenare e, per farlo, avremo il dovere di adattarci. Ecco il segreto”.
La sera prima si chiacchiererà attorno ad un tavolo, di biciclette, scatti, attacchi, volate, solitudine e maglia rosa, poi un sonno ristoratore ed un nuovo mattino di maggio segnerà l’inizio dell’avventura. Dal Lago d’Averno ci si dirigerà verso Pietravairano, luogo di un teatro-tempio incantevole, e ancora verso Cervinara, toccando quattro province su cinque della Campania, tornando al punto di partenza e iniziando a salire il Vesuvio dal versante di Ottaviano, poco conosciuto, con una prospettiva differente perché il Vesuvio compare al contrario, da dietro, e si attraversa una pineta ombreggiata e fresca.
La discesa parte da lì e va verso via Matrona, dove residua un sabbione lavico e i sanpietrini ricoprono la strada, con un’ultima parte più scorrevole. Il ritorno a Napoli sarà alla scoperta dei luoghi più insoliti, segreti, una vera e propria esplorazione, per l’appunto. “Il percorso può essere suddiviso da ciascuno come meglio crederà, ma il gravel sarà la costante. Al sud sta crescendo e credo svolga un’importantissima opera di accompagnamento dei pedalatori verso un nuovo modo di vivere la bicicletta, con l’invito ad andare oltre, anche verso Caserta, Avellino e guardare da quei posti il Vesuvio che appare ovunque. Un punto di riferimento non solo geografico. Si tratta di un inno alla natura, al rispetto, all’essenziale, all’ospitalità, all’ecologia”.
L’edizione 2025 di Vesuvio Gravel vuole narrare che è possibile vivere in modo spartano, da viaggiatori, con tende e campeggi e vedere una geografia dimenticata. Gli esempi sono molteplici: l’acquedotto del Serino, che porta l’acqua dall’avellinese fino a Napoli,i chilometri pedalati in spiaggia e “quella traccia che apparentemente scompare nel mare, ma, in realtà, è giusto così, la foresta di Cuma, i sentieri di terra rossa e le rocce. E ancora profumi, colori e suggestioni: le prime ciliegie della primavera inoltrata e le ultime nespole, gli agrumi, il giardino dell’Orco sulle sponde del lago d’Averno, la Falanghina, il rosso per accompagnare i pasti, i noccioleti di Cervinara, il trancio di pizza con cui le cicliste ed i ciclisti verranno accolti, oppure il dolce tipico di Pozzuoli, con bignè e crema Chantilly, con amarene e mandorle tostate. Una sorta di polifonia, da ascoltare e da guardare, da cui lasciarsi trasportare e da portare in ogni altro viaggio. “La bicicletta, allora, non è più solo un mezzo temporaneo, per gli spostamenti necessari, ma un’idea di viaggio, anche nei tratti urbani, attraverso cui crescere tutti assieme, scegliere un’altra viabilità e una diversa sicurezza per le nostre strade. Siamo nella zona dei Campi Flegrei, dove il bradisismo naturale ricorda quanto sia importante custodire l’ambiente in cui viviamo”.
Cambierà anche la visuale del viaggio, nella speranza che, in giro per l’Italia, da qualche parte, qualcuno possa sentirsi ispirato e organizzare qualcosa di simile: “Il viaggio inizia appena chiudiamo la porta di casa, è questo il punto. Bastano pochi passi o poche pedalate per viaggiare, l’importante è farsi parte di questa dimensione, ricordare che c’è e che possiamo viverla. E se il viaggio è lungo, basta un treno per trovare un poco di sollievo, l’intermodalità, sempre più da scoprire e rafforzare, può aiutarci. Così anche la notte si può passare in viaggio, lontano da casa, magari sotto le stelle, affacciandosi da una tenda”. Ce lo stiamo immaginando, dal 16 maggio potremo viverlo.










Per Alvento Magazine – Stefano Zago
Foto: Vesuvio Gravel